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Come fotografare le stelle e la via lattea

 

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Fotografia
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fotografare le stelle

Come fotografare le stelle e la via lattea

Fotografare le stelle, da un punto di vista tecnico, è relativamente semplice. Tuttavia, è importante conoscere alcuni principi fondamentali per decidere cosa e dove fotografare e quale tipo di attrezzatura utilizzare. Questo tutorial si rivolge particolarmente al:

  • Paesaggio notturno con stelle
  • Paesaggio notturno con Via Lattea

In questo tipo di fotografia, più che in altri settori, è determinante la qualità della fotocamera e degli obiettivi usati. Infatti, come vedrai a breve, gli scatti vengono eseguiti in condizioni estreme, e il sensore della fotocamera verrà spinto oltre i suoi limiti e possibilità. Tuttavia è possibile cimentarsi nella fotografia di stelle, almeno agli inizi, anche con una reflex new entry con tutti i limiti del caso.

Condizioni meteo e inquinamento luminoso

I fattori meteorologici e l’ inquinamento luminoso, sono 2 elementi molto importanti perché condizionano in maniera preponderante la resa della fotografia con stelle.
Esaminiamo attentamente i due elementi

Le Condizioni Meteo

fotografare le stelle

Ci sono due fattori meteorologici che condizionano la resa della fotografia con stelle:

  1. La presenza di nuvole: infatti se il cielo è coperto, le stelle non si vedono; la presenza di nuvole è notoriamente difficile da prevedere in modo preciso, soprattutto nelle zone vicino al mare. Comunque, diversi siti pubblicano dati da modelli meteorologici che offrono una stima di ciò che ci si può aspettare. Ecco alcuni dei più noti siti di previsione della nuvolosità utilizzati dagli astrofili:
  • Clear Sky Charts: Disponibile per località in tutto il Nord America, visualizza la copertura nuvolosa prevista e altre informazioni.
  • Skippy Sky: Carte di previsione della copertura nuvolosa di Europa, Australia e Nord America.
  • Astronomy Panel: Disponibile per località in tutto il mondo. Clicca sulla carta e seleziona le previsioni “ASTRO” per vedere la “Quantità di nuvole” prevista per i prossimi tre giorni.

2. l’umidità: oltre le nuvole, anche un’elevata umidità (o lieve foschia/nebbia) comporta una riduzione della nitidezza delle stelle (peggiorando                  quindi il risultato).

Corriamo comunque il rischio!
Anche se le condizioni meteo non sono favorevoli, qualche volta può valere la pena di correre il rischio, mentre altre volte le cose non andranno come ci aspettavamo. Se siamo in un posto fantastico, ma le stelle non si fanno vedere, tiriamo fuori comunque la macchina fotografica. Le lunghe esposizioni possono trasformare persino le notti nuvolose in immagini interessanti!

L’inquinamento luminoso e La luna

Oltre al fattore “clima” la fotografia di stelle è condizionata dall’inquinamento luminoso e dalla presenza della Luna

L’inquinamento luminoso

L’inquinamento luminoso è dovuto, prevalentemente, dalla presenza di luci dei centri abitati (o delle strade) che si riflettono nel cielo. Questo “inquinamento luminoso”, rovina la nostra visione del cielo notturno attorno alle maggiori città e metropoli ed è generalmente molto più di quel che sembra. Io personalmente, consiglio di salire di quota il più possibile, perché l’aria più fredda e rarefatta tende a trattenere meno umidità e quindi a diffondere meno la luce. L’ideale è salire oltre i 1000 m di quota; meglio ancora se in inverno, sia perché l’aria sarà più secca, sia perché la minor differenza di temperatura fra giorno e notte ridurrà le turbolenze atmosferiche, note fra gli astrofili col nome di “seeing”, che si traducono in quel tremolio-luccichio che spesso vediamo sulle stelle. È dato dalla diversa rifrazione dell’aria nel tempo e su lunghe pose riduce di fatto la nitidezza, fino a rendere impossibile fotografare dettagli con focali lunghe. Per conoscere i livelli di inquinamento luminoso nelle varie zone del pianeta, puoi consultare le seguenti risorse:

  • l’Atlante mondiale della luminosità artificiale del cielo notturno: esso è stato prodotto a partire da dati da satellite dall’ISTIL, l’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso che ha sede a Roma. Vedi il sito dell’Atlante. Esso contiene carte dettagliate di ogni continente disponibili online. L’Atlante  mostra i livelli di inquinamento luminoso peggiori in bianco/rosso/arancione, passando quindi al giallo, al verde e al blu, fino alle aree dove i cieli sono bui, che sono evidenziate in grigio o in nero. Nella maggior parte dell’Europa e degli Stati Uniti orientali è difficile sfuggire all’inquinamento luminoso, quindi il mio consiglio è di portarti il più possibile vicino alle zone in blu. Le zone costiere possono offrire località con cieli bui rivolti verso il mare e l’oceano; quindi forse la cosa migliore è andarsene in spiaggia!
  • Il sito Dark site finder , a mio parere fatto molto bene.

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La luna

Ancora riguardo l’inquinamento luminoso, ce n’è uno naturale ed è legato alla luna. Quando la luna è sopra 1/8 o 1/6 riflette una quantità di luce che impedisce la visibilità (attraverso il sensore) delle stelle, perché all’aumentare della sensibilità del sensore, questo cattura soltanto luce riflessa lunare (intensità più forte di quella emessa dalle stelle). Vediamo di analizzare un po’ più da vicino il nostro amato e vicino satellite. La luna percorre un’orbita attorno alla Terra ogni mese. Anche se metà della luna è sempre esposta alla luce del sole, la parte della faccia illuminata che possiamo vedere dalla Terra dipende dalle posizioni relative di Terra, sole e luna. È questo che determina la “fase” o la forma della luna che vediamo nel cielo e a che ora del giorno o della notte essa è alta nel cielo.

fotografare le stelle

clicca qui per guardare l’animazione sull’orbita percorsa dalla luna intorno alla terra.

Le fasi lunari
Con la “luna nuova”, la luna si trova tra la Terra e il sole, quindi non è visibile, dato 
che solo la faccia oscura, non illuminata, della luna è rivolta verso di noi. Alcuni giorni dopo la luna nuova, la luna si allontana un po’ dal sole nel cielo e possiamo vedere una sottile falce di luna crescente alla sera per circa un’ora, fino
 a quando tramonta, poco dopo il sole. Vediamo una falce di luna perché solo 
una sottile porzione della faccia della luna illuminata dal sole è visibile per noi. Il resto della luna però non è totalmente buio: la luce riflessa dalla Terra illumina debolmente il resto del disco lunare rivolto verso la Terra. Ogni giorno che passa, dopo la luna nuova, la luna si allontana un po’ dal sole. Appare ogni notte più alta nel cielo e la falce di luna (crescente) aumenta di dimensioni, perché vediamo una porzione maggiore della faccia illuminata della luna. Una settimana dopo la luna nuova, la luna si trova ad angolo retto rispetto al sole e quindi la luna ci appare divisa a metà al centro – luminosa da un lato e buia dall’altro. Questa fase si chiama “primo quarto”. Al tramonto, la luna al primo quarto è alta nel cielo e tramonta a metà della notte. Nelle notti successive, la luna diventa “gibbosa”, mano a mano che la faccia illuminata dal sole diventa sempre più visibile per noi. Quindi, due settimane dopo la luna nuova, la luna si trova in posizione opposta al sole e ne vediamo l’intera faccia illuminata (e non vediamo affatto quella buia). In questa fase, la luna si leva quando il sole tramonta ed è visibile per tutta la notte. L’intensa illuminazione della luna piena è perfetta per coloro a cui interessano altre attività notturne all’aperto, ma per gli astrofili la luna piena schiarisce la maggior parte del cielo con la sua luce brillante e solo le stelle più luminose e i pianeti rimangono visibili. Dopo la luna piena, il ciclo prosegue. La luna diventa di nuovo gibbosa e sorge parecchio dopo il tramonto. All’ultimo quarto, quando la luna è di nuovo divisa a metà tra luce e buio, si alza solo fino a metà del cielo e quindi a molte persone non capita mai di osservarla in questa fase. Se osservi con attenzione al mattino, dovresti riuscire a scorgere l’ultimo quarto verso ovest nel cielo diurno, mentre il sole si trova a est. Quando la luna si riavvicina al sole, vediamo una falce di luna nel cielo mattutino subito davanti al sole, che diventa più piccola (“calante”) fino a che non torniamo alla luna nuova. fotografare le stelle

Il momento migliore per scattare foto
Il momento migliore per scattare foto di stelle è nelle notti di Luna nuova o prossime ad essa. Se si desidera scattare in altri giorni, consiglio di scegliere  di fotografare in quelle ore della notte in cui al luna sia completamente tramontata.

moon phases calendar vector

moon phases calendar vector

Quindi, riepilogando prima di uscire a far foto:

  • guardare le previsioni meteo per capire se avremo un cielo sufficientemente chiaro
  • Verificare il tasso di umidità e la presenza di foschia/nebbia
  • Verificare lo stato della luna (meglio notti di luna nuova o in cui non sia presente perché tramontata)
  • Scegliere la location in funzione dell’inquinamento luminoso

L’Attrezzatura

A causa dell’elevato contenuto tecnico della fotografia notturna, l’attrezzatura ricopre un ruolo particolarmente importante se si vogliono raggiungere dei buoni risultati. Non serve necessariamente spendere tantissimo (le fotocamere moderne hanno comunque un’ottima resa ad alti ISO), ma è importante avere l’attrezzatura giusta e conoscere le tecniche sia in fase di ripresa che in fase di post produzione. Conoscendo molto bene le tecniche di post produzione si riescono ad ottenere ottimi risultati anche con un’attrezzatura di qualità inferiore.
Qui di seguito un’esauriente elenco dell’attrezzatura necessaria per fotografare le stelle:

Fotocamera digitale di almeno medio livello, meglio se full frame: in caso non si disponga di una full frame, ci sono delle tecniche di ripresa che abbinate ad una post produzione specifica possono comunque portare ottimi risultati.

Obiettivo di focale corta, se possibile da 16 mm in giù (lunghezza focale full frame): per 2 motivi:

  • più è corta la focale, più parte di cielo e stelle riusciamo ad includere
  • le focali corte aiutano ad aumentare i tempi di esposizione necessari per evitare di cogliere il movimento rotatorio terrestre, ma vedremo meglio la regola più avanti.

Nella figura sotto puoi vedere i vari tipi di inquadratura ottenibili con differenti angoli di campo.

Alcuni consigli su quali obiettivi usare:

Per gli inizi: obiettivo zoom 18mm standard.

Obiettivi zoom: Gli obiettivi zoom sono strumenti flessibili e molto diffusi, ma le loro aperture massime poco luminose non sono l’ideale di notte.

Obiettivi con lunghezza focale fissa: sono in generale più veloci e hanno delle prestazioni ottiche migliori, rispetto a uno zoom con un prezzo simile (o anche di prezzo maggiore). Ma, mentre esistono diversi obiettivi con focale fissa per macchine fotografiche full frame, ce ne sono molto pochi che offrano un angolo di campo sufficientemente ampio per gli apparecchi con sensore croppato.

Obiettivi specifici:

  • 28mm f1.8: ottimo punto di partenza.
  • 24mm f1.4 è, personalmente, il mio preferito; più veloce, più ampio e più costoso; obiettivi di questo tipo sono disponibili per la maggior parte di corpi macchina.
  • 14mm f2.8: più ampio ma più lento; lo uso parecchio.
  • 10-22mm Canon è un’ottima possibilità che ho usato spesso e che offre un angolo di campo ultragrandangolare;
  • 10-20mm Sigma sembra avere analoghe caratteristiche.
  • 14-24mm Nikkor e il 16-35mm f2.8 Canon sono ottimi (e costosi) obiettivi progettati per fotocamere full frame, ma possono essere usati anche su corpi macchina con sensore croppato

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Cavalletto: più il cavalletto è solido, meglio è. Se il tuo treppiede è sufficientemente robusto, è senz’altro meglio allungarne completamente le gambe, per evitare di doverti piegare o inginocchiarti nel fango al buio. Tuttavia, se il tuo treppiede non è solidissimo o se la notte è ventosa, può essere consigliabile abbassarlo un po’ per sicurezza. I treppiedi tradizionali hanno una lunga leva di regolazione che non ti permette di puntare la fotocamera verso l’alto perché non riesce a passare al di là del supporto centrale del treppiede. In questo caso, metti la fotocamera sul treppiede girata al contrario, così quando la fotocamera sarà rivolta verso l’alto anche il braccio della leva di regolazione sarà in alto e non si incastrerà nel supporto centrale del treppiede. In generale è meglio non alzare troppo la colonna centrale.

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Scatto remoto: con le  reflex digitali, in generale, è possibile selezionare tempi di posa fino a un massimo di 30 secondi. Se vuoi un’esposizione più lunga, puoi selezionare la posa B e stare seduto con il dito sul pulsante dell’otturatore per diversi minuti o anche per ore, ma in questo modo ti stancherai presto. La cosa migliore è procurarsi uno scatto remoto. I modelli più semplici hanno un pulsante che può essere bloccato per il tempo necessario. Inoltre l’uso dello scatto remoto, fa si che tutte le vibrazioni dovute alla pressione del pulsante dell’otturatore si estinguano prima dell’inizio dell’esposizione. Un ritardo di due secondi di solito è sufficiente .

Protezioni e fasce anti condensa: fotografando di notte si devono affrontare vari problemi che di solito non si presentano di giorno. Uno di questi è la rugiada. La rugiada e la brina che si formano al suolo o sui finestrini della tua macchina di notte si formano anche sull’obiettivo della tua fotocamera e spesso lo fanno più rapidamente che in qualsiasi altro posto. Basta arrotolare una calza o altro materiale isolante attorno alla parte esterna dell’obiettivo per impedirgli di raffreddarsi molto rapidamente, che è ciò che provoca la formazione della rugiada. Così facendo si può ritardare la formazione della rugiada e ciò può essere sufficiente nelle notti non troppo fredde. Quando cambi obiettivo, tenendone uno al caldo (per esempio in una tasca della giacca) impedirai che vi si formi sopra la rugiada. Nelle notti in cui la rugiada si forma più presto, dovrai usare una fonte di calore esterna. Un modo per farlo è avvolgere dei cerotti chimici riscaldanti attorno agli obiettivi. Se ne trovano di diverse marche nelle farmacie e nei supermercati. In alternativa, esistono in commercio delle fasce anti condensa che puoi avvolgere attorno all’obiettivo e alimentare con una batteria a 12 volt. La necessità di alimentarli li rende un po’ più scomodi da portare in giro con il treppiede, ma sono molto utili se pensi di fare fotografie per un lungo periodo di tempo. fotografare le stelle

Livella a bolla d’aria: identificare l’orizzonte sul visore della macchina fotografica di notte può essere difficoltoso. Una livella a bolla d’aria da fissare sul supporto del flash della tua fotocamera può risolvere il problema. Alcune reflex digitali recenti hanno un funzione integrata “orizzonte digitale” molto pratica.

fotografare le stelle

Filtri UV: le lenti, per l’utilizzo notturno, andrebbero protette con dei filtri UV. Al buio è molto più facile urtare qualcosa o colpire le lenti, quindi alle volte una protezione si rivela utile. Significa anche che se si forma della rugiada sull’obiettivo, posso asciugarla con la prima cosa a portata di mano, senza preoccuparmi di danneggiare la lente.

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Torcia frontale e torcia normale al led per il light painting: per quel che riguarda le torce di ogni tipo, consiglio vivamente le led lenser (torcia frontale: H7; torcia normale: P7.2: entrambi si aggirano intorno ai 50 € cadauno). Il sistema led lenser è dotata di lente regolabile brevettata advanced focus system che consente di scegliere tra un fascio di luce circolare o focalizzata con precisione e di regolare l’intensità della fonte.

 

 

fotografare le stelle    fotografare le stelle

Luce rossa utilizzata dagli astronomi (non essenziale): essa consente di illuminare a sufficienza per guardarsi intorno o vedere le impostazioni senza “abbagliare”. Infatti quando stai per un po’ di tempo sotto un cielo buio e lontano da altre fonti di illuminazione, le cellule dei bastoncelli della retina si adattano chimicamente, aiutando i tuoi occhi a vedere meglio. Questo processo è chiamato “adattamento al buio” o anche “visione notturna”. Ogni volta che accendi una torcia con un’intensa luce bianca, interrompi questa “visione notturna” e dopo ti serve del tempo per recuperare. Per questo gli astrofili spesso usano una debole luce rossa per lavorare di notte, perché essa non disturba la visione notturna, fornendo l’illuminazione necessaria. Puoi ricoprire una delle torce elettriche che possiedi con diversi strati di pellicola rossa oppure acquistare una torcia elettrica a LED rossa che funziona per molte ore con batterie anche più piccole.

Batteria di scorta e battery grip: le foto notturne richiedono tempi di esposizione molto lunghi, e questo comporta un elevato consumo di batteria. Nel caso di startrail o lunghe sessioni a basse temperature poi la batteria si scarica molto in fretta, quindi è opportuno disporre di una batteria di scorta o di un battery grip.

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Astro inseguitore: è un attrezzo che consente di far ruotare la macchina fotografica in linea con il movimento terrestre, consentendo quindi di poter aumentare il tempo di esposizione di molto (aumentando la nitidezza delle stelle). Per quanto riguarda l’astroinseguitore, giusto per dare un riferimento a 17mm su Fullframe si arriva bene a 5 minuti di inseguimento ma anche oltre. Con 5 minuti e lente f4 si scende dagli iso 6400 dei 30sec senza inseguitore fino ad iso 800. La foto sopra, è stata fatta ad iso 500 f4 ed 8 minuti. Ovviamente si bloccano le stelle ma viene mosso il paesaggio, quindi servirà fondere due scatti in post. La riduzione rumore lunghe pose se non si fa stacking diventa quasi obbligatoria con astroinseguitore, perché con quei tempi il rumore generico è minore ma gli hot pixel abbondano anche su full frame.

Cibo e bevande: avere a portata di mano qualcosa da mangiare e da bere è importante per mantenerti al caldo e per darti energia per catturare immagini nel cuore della notte. È anche un modo per passare il tempo mentre stai aspettando la fine di una lunga esposizione!

fotografare le stelle

Abbigliamento: anche in una giornata tiepida, potrai restare sorpreso da quanto possa fare freddo di notte. Ecco il vestiario che è bene portarsi:

Inverno:

  • Coprirsi con più strati sia le gambe che il busto.
  • Pantaloni: impermeabili e termici; proteggono dal vento e trattengono l’aria calda attorno allenostre gambe.
  • Calzature: a tenuta d’acqua: Il terreno può inumidirsi molto di notte a causa della rugiada; suole morbide ed isolanti: trattengono di più il calore portare un paio di ricambio da usare per guidare tornando a casa.
  • Guanti: guanti sottili o senza dita che ti permettano di azionare la fotocamera sono l’ideale, altrimenti cerca di trovare un paio di guanti facili da togliere e da rimettere quando ti serve.

Estate:
In una calda notte d’estate, in diverse parti del mondo è facile che ci siano molte zanzare o altri insetti fastidiosi, quindi copriti il più possibile e non dimenticare il repellente. Le zanzare riescono facilmente a pungere attraverso i calzini, quindi spruzza un po’ di repellente anche sui tuoi, oltre che sulle mani, sul collo, ecc. Io trovo che un paio di jeans pesanti e una giacca impermeabile leggera siano perfetti per tenere lontane le zanzare, anche se così si finisce a essere un po’ più coperti del necessario. Potresti restare sorpreso di quanto ci si possa raffreddare stando fuori a tarda notte anche durante l’estate. Quindi portati abiti caldi a sufficienza per le ore più fredde (non si sa mai).

Come Fotografare le stelle e la via lattea

Impostazioni della fotocamera

A differenza di quanto accade di solito, fotografare il cielo notturno spinge la tua fotocamera e gli obiettivi al loro limite. Con la fotografia notturna, praticamente, si lavora quasi con singoli fotoni di luce che raggiungono il sensore. La fotografia diurna al confronto è come un fiume in piena di luce. La capacità del sensore della tua fotocamera di catturare e registrare livelli molto deboli di luce in modo preciso, minimizzando nel contempo altre fonti di disturbo, determina la qualità delle immagini del cielo notturno che puoi essere in grado di produrre. Per fortuna, i sensori delle reflex digitali moderne hanno raggiunto dei livelli eccezionali sotto questo aspetto e operano ormai molto vicino ai loro limiti teorici. Di conseguenza, le macchine reflex digitali aprono oggi delle possibilità fotografiche impensabili sino a uno o due decenni fa.
Analizziamo insieme le varie impostazioni che si possono configurare:

Stabilizzatore di immagine: è consigliabile disattivare ogni tipo di stabilizzazione dell’immagine – sia della fotocamera che dell’obiettivo.

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Blocco dello specchio: la maggior parte delle macchine reflex digitali ha una funzione detta “Blocco dello specchio”, che permette di bloccare lo specchio alzato prima di attivare l’otturatore per scattare la foto. La maggior parte delle vibrazioni meccaniche che fa muovere la fotocamera è provocata dal movimento dello specchio, quindi bloccando lo specchio prima dello scatto si riduce il movimento della fotocamera. Ciò è utile quando si usa un teleobiettivo montato su un treppiede, ad esempio per fotografare la luna. Di solito non serve per le immagini grandangolari del cielo notturno. Se la funzione di “Blocco dello specchio” è attiva,  quando premi il pulsante dell’otturatore per la prima volta lo specchio si alza. Quindi devi premere di nuovo per attivare l’otturatore. Se hai selezionato l’autoscatto sulla fotocamera e il Blocco dello specchio è attivato, la maggior parte delle fotocamere alzerà lo specchio quando premi il pulsante dell’otturatore e l’otturatore si attiverà dopo il ritardo di autoscatto che hai impostato. In questo caso non c’è bisogno di premere il pulsante dell’otturatore una seconda volta.

Scatto in raw: se possibile, è meglio scattare in modalità RAW alla risoluzione massima, per poter ottenere il meglio dalle tue foto con la successiva elaborazione delle immagini. Se stai scattando delle sequenze in timelapse, la quantità di memoria disponibile sulla memory card potrebbe limitare le tue possibilità di scelta. Se è così, puoi scegliere di scattare piccoli file JPG (o piccoli file RAW), che sono comunque più che sufficienti per creare file video con risoluzione full HD.

Messa a fuoco:

  • Punti di messa a fuoco: anche se la tua macchina fotografica dispone di vari punti di messa a fuoco automatica sul fotogramma, il punto centrale di solito è quello più sensibile e più preciso. Perciò, quando stai cercando di usare l’autofocus di notte, usa solo il punto AF centrale.

fotografare le stelle

  • Metodi di messa a fuoco: di notte luce ed il contrasto non sono sufficienti affinché la fotocamera possa mettere a fuoco con l’autofocus. Questi non funziona neppure sulle stelle più luminose. Ecco quattro diversi metodi che ti consiglio per una messa a fuoco corretta di notte. Provali tutti e scegli quello con cui ti trovi meglio:

Metodo 1: messa a fuoco di giorno Utilizzare l’autofocus prima che faccia buio mettendo a fuoco un oggetto distante circa 15-20 metri  (che questa tecnica funziona solo con obiettivi grandangolari, per i quali una distanza di 20 metri è la stessa cosa che mettere a fuoco all’infinito) , o in alternativa, mettere a fuoco sull’iperfocale, utilizzando la massima apertura dell’obiettivo e l’apertura di diaframma che sarà utilizzata in notturna. Fare un piccolo segno di conoscimento della messa a fuoco effettuata sulla ghiera dell’obiettivo o fissare l’anello della messa a fuoco con del nastro adesivo perché stia fermo o, infine, fare una foto della ghiera sul telefonino. Se non avete obiettivi troppo corti o volete comunque riprendere qualcosa che è molto vicino allora non avete alternative, dovrete effettuare due scatti: quello delle stelle e quello del primo piano, per poi fonderli in postproduzione.

Metodo 2: Messa a fuoco automatica su una torcia elettrica Questo è uno dei modi più semplici per mettere a fuoco la tua macchina fotografica di notte e dovrebbe andare bene per qualsiasi reflex e obiettivo. Nota che questa tecnica funziona solo con obiettivi grandangolari, per i quali una distanza di 20 metri è la stessa cosa che mettere a fuoco all’infinito.

fotografare le stelle

  • Posiziona una torcia elettrica accesa a circa 15-20 metri di distanza, rivolta verso la macchina fotografica.
  • Metti a fuoco automaticamente sul punto centrale, quindi rimetti la fotocamera sul fuoco manuale e il gioco è fatto. Puoi anche aiutarti usando il Live View per mettere a fuoco; in questo modo puoi evitare di dover centrare su di essa il punto AF.

Metodo 3: Uso di Live View sulle stelle Le macchine reflex digitali hanno la funzione “Live View”, che permette di vedere in diretta ciò che stai inquadrando sullo schermo LCD della tua fotocamera. La messa a fuoco con Live View sulle stelle è ottima, ma richiede un po’ di tempo e pazienza.

  • Metti la messa a fuoco del tuo obiettivo in manuale
  • Punta la macchina su una stella luminosa e cerca di individuare la stella al centro del tuo schermo Live View.
  • Ingrandisci con lo zoom sullo schermo Live View
  • regola la messa a fuoco accuratamente sino a quando la stella è più piccola possibile. L’immagine qui sotto ti mostra ciò che dovresti vedere facendolo.

fotografare le stelle

Metodo 4: Messa a fuoco manuale graduale Io eseguo con regolarità un test di messa a fuoco in cui modifico la messa fuoco manualmente in modo graduale, attraverso una serie di piccole modifiche, e quindi controllo gli scatti sulla fotocamera per decidere quale sia la messa a fuoco migliore. Le istruzioni per eseguire questa tecnica sono diverse a seconda che il tuo obiettivo abbia: Un sistema di messa a fuoco esterno: mette a fuoco girando la parte anteriore dell’obiettivo; un sistema di messa a fuoco interno: la parte anteriore dell’obiettivo non gira quando regoli l’anello di messa a fuoco.

Messa a fuoco manuale con sistema di messa a fuoco esterno
Con questo tipo di obiettivi, metti a fuoco manualmente ruotando la parte anteriore dell’obiettivo (la stessa parte che si muove quando usi l’autofocus). Di norma su questo tipo di obiettivi non ci sono indicazioni della distanza di fuoco: per questo si mette un piccolo adesivo sulla parte anteriore. Di solito si mette una scala numerata sull’elemento rotante e un solo segno sulla parte fissa del corpo dell’obiettivo, come puoi vedere nell’immagine.

fotografare le stellefotografare le stelle

  • Metti a fuoco approssimativamente l’obiettivo all’infinito (ad esempio di giorno) quando sistemi la scala numerata in corrispondenza del segno fisso sull’obiettivo. Questa scala numerata mi permette di scattare una serie di esposizioni graduali, per ognuna delle posizioni indicate.
  • Usa un’esposizione di 5 secondi con la massima apertura dell’obiettivo e un valore ISO di 1600.
  • Scatta una sequenza di foto, modificando la messa a fuoco a ogni scatto in corrispondenza di ogni tacca
  • Dopo lo scatto controlla le immagini, ingrandiscile con lo zoom e confrontale, scorrendole alla massima dimensione. È facile accorgersi che il fuoco diventa più nitido da un’immagine all’altra, fino a quando arrivi a quella con la messa a fuoco migliore, dopo di che gli scatti cominciano di nuovo a peggiorare. Nell’esempio, la quarta foto era la più nitida, quindi mi è bastato ruotare l’elemento anteriore dell’obiettivo fino alla tacca #4 per essere pronto a scattare
  • Se ti accorgi che c’è una grande differenza di messa a fuoco tra una tacca e l’altra, prova a disegnare una scala più piccola.

 

Messa a fuoco manuale con sistema di messa a fuoco interno Gli obiettivi con messa a fuoco automatica più costosi hanno un sistema di messa a fuoco interna (che usa un motore ultrasonico). In questo caso, puoi vedere la scala della messa a fuoco, all’interno della fotocamera, che varia durante la messa a fuoco automatica, mentre l’anello della messa fuoco esterna non si muove. Puoi spostare manualmente l’anello in qualsiasi momento, in modo indipendente dal meccanismo di autofocus. Anche se puoi usare le indicazioni della messa a fuoco visualizzate all’interno dell’obiettivo, con la maggior parte di ottiche non ti basterà semplicemente impostare la messa a fuoco all’infinito per fare in modo che le stelle siano automaticamente a fuoco.

fotografare le stellefotografare le stelle

Per stabilire esattamente qual è il corretto punto di messa a fuoco segui la seguente procedura:

  • metti la fotocamera su un treppiede, puntandola su un oggetto lontano e passa alla messa a fuoco manuale.
  • Imposta la fotocamera con un’esposizione di 5 secondi con la massima apertura a ISO 1600
  • Scatta una serie di foto con la massima apertura di diaframma, spostando gradualmente l’anello della messa a fuoco, diciamo ad esempio per mezzo di cinque piccoli spostamenti vicino all’indicazione dell’infinito, controllando accuratamente l’indicatore ogni volta (vedi esempio sotto).
  • Dopo aver zoomato e controllato la sequenza delle immagini sullo schermo, dovrebbe essere facile determinare quale posizione corrisponda alla messa a fuoco migliore.
  • Memorizza tale impostazione o magari annotala, se ti è possibile per le prossime uscite Nel caso illustrato, la seconda immagine è la più nitida e corrisponde a una posizione più vicina al segno dei 7m (50 piedi) sulla scala, rispetto alla posizione dell’infinito (terza foto sotto). Annotando tale posizione come impostazione di questo zoom da 15mm, mi basta girare l’anello della messa a fuoco su di essa, in qualsiasi occasione io sia fuori di notte, per essere subito pronto per scattare.

Modalità fotografica: la macchina va impostata in modalità Manuale o Bulb.

Bilanciamento del bianco: nella fotografia notturna potrebbe essere difficile per la macchina fotografica bilanciare adeguatamente il bianco. Per questo vi consiglio di utilizzare un bilanciamento del bianco piuttosto neutro/caldo che è quello per luce solare. La maggior parte dei fotografi notturni usa questa impostazione. Meglio evitare di lasciare l’automatico anche per evitare che in caso di stacking il bilanciamento del bianco tra uno scatto e l’altro sia registrato diversamente. Comunque in generale la temperatura colore, essa è legata all’inquinamento luminoso. L’ideale sarebbe usare i 5800k, ma risulterà di fatto impossibile e per calmierare gli effetti dell’inquinamento un buon compromesso è 3800k, se stiamo scattando da un luogo molto buio. Altrimenti si può scendere fin verso 3200 kelvin. Per chi non può impostare la temperatura è ok il settaggio tungsteno. Serve solo per farsi un’idea più chiara di cosa esce, poi sarà da regolare in post.

Lunghezza focale: La più ampia consentita dall’obiettivo per i motivi esposti sopra.  

fotografare le stelle

Diaframma: di notte, la scarsa luminosità ci limita pesantemente quindi consiglio di lavorare alla massima apertura di diaframma. Attenzione perché superando la soglia dei f/2.8 è possibile che si ottengano delle stelle dilatate agli angoli dell’inquadratura. La sequenza seguente mostra le stelle vicino all’angolo di un’inquadratura eseguita con varie aperture di diaframma con un obiettivo 24mm f 1.4. La massima apertura a f1.4 dà come risultato delle stelle dilatate agli angoli dell’inquadratura. Tuttavia, io personalmente uso altrettanto spesso l’obiettivo alla massima apertura di f1.4, preferendo la maggiore luminosità alla definizione delle stelle. Dato che la maggior parte di persone usano un obiettivo zoom con un’apertura massima di f3.5, in generale non avrai altra scelta che usarlo completamente aperto e adeguarti alla qualità di immagine che riesce a darti con questa impostazione.

Tempo esposizione: regola del 500: Poiché la Terra gira le stelle, di conseguenza, si muovono. Per calcolare il tempo di esposizione necessario a non cogliere il movimento rotatorio della terra è necessario effettuare un calcolo in funzione della lunghezza focale utilizzata. La regola più comunemente utilizzata è la seguente: 500/lunghezza focale (equivalente full frame). Quindi se state scattando con un 16mm (full frame) il calcolo del tempo di esposizione per evitare di avere le stelle mosse è dato da 500/16 = 32s circa.
Se volete quindi fare foto alla via lattea, tenete conto di questo tipo di calcolo ed effetuatelo prima in modo da saper già come impostare la macchina.
Tuttavia la regola del 500 va applicata con molta parsimonia. Tieni conto, infatti,  dei seguenti fattori:

  • considera che le stelle verso sud sono più veloci e verso nord più lente. Dunque se fotografi verso sud utilizza tempi più lenti di quelli ricavati dalla regola;
  • se intendi ingrandire le stelle al 100% e non vuoi vedere dei trattini, non superare comunque i 15 secondi;
  • con una focale di 14 mm non superare comunque i 25 secondi di esposizione; se vuoi utilizzare tempi più lunghi utilizza un astro inseguitore

La velocità con la quale le stelle sembrano spostarsi nell’inquadratura dipende:

  • dalla lunghezza focale dell’obiettivo: un obiettivo 50mm rappresenta praticamente il limite per riuscire a produrre immagini nitide di stelle con esposizioni brevi e treppiede. Con i teleobiettivi, diventa necessario ricorrere a un sistema motorizzato per inseguire le stelle.
  • dalla direzione in cui punti la macchina fotografica: le stelle, in prossimità dei poli celesti, si muovono lungo piccole circonferenze, mentre nei pressi dell’equatore celeste attraversano tutto l’arco del cielo. Quindi le scie delle stelle in un’esposizione breve saranno notevolmente più lunghe scattando verso est o ovest in confronto con quanto accade in direzione dei poli celesti (nord nell’emisfero settentrionale, sud nell’emisfero meridionale).

fotografare le stelle

Iso e riduzione del rumore

La sensibilità ISO

Ogni pixel del sensore della reflex digitale, reagisce ai fotoni prodotti dalla luce, trasformandoli in elettroni e generando una carica elettrica avente un determinato valore misurabile. La fotocamera, poi, amplifica i valori di carica registrati da ciascun pixel, li trasforma in un valore digitale e li salva in un file di immagine. Più alta è l’impostazione ISO della fotocamera, più grande è l’amplificazione. Ma, amplificando il segnale del sensore o “tirando” l’immagine in postproduzione:

  • si amplificano anche i vari tipi di rumore presenti.
  • Si riduce l’intervallo dinamico che è possibile catturare nell’immagine È importante sottolineare che elevati valori ISO non “aggiungono” rumore all’immagine: semplicemente amplificano il rumore insito nelle immagini con scarsa luminosità.

Ora qual è la corretta quantità di amplificazione ISO? Per le foto di cieli notturni, seleziona un valore ISO elevato che ti dia un’immagine ben esposta sul display della macchina fotografica, meglio se leggermente sovraesposta. Di norma tale valore è ISO 3200 per la maggior parte di obiettivi zoom e ISO 800 o 1600 se hai un obiettivo particolarmente luminoso.

Il rumore digitale

Lo scatto eseguito in notturna, è inficiato, a causa delle condizioni e modalità estreme in cui viene eseguito, da diversi tipi di rumore su cui è necessario soffermarsi per comprendere in che modo, ove è possibile, prevenirli.
Tipi di rumore nelle immagini digitali:

Rumore di scatto: causale dovuto a scarsa luce: E’ il rumore dovuto all’assenza di luce. Ciascun fotodiodo, raccogliendo è costretto ad inventarsi i pixel del fotogramma, generando rumore. Assistiamo ad una alta variazione casuale di quantità di luce che arriva ai vari pixel del sensore. L’unica caratteristica rilevante della fotocamera che influenza questo rumore di scatto casuale è la dimensione dei pixel. I pixel più piccoli sono come secchi più piccoli, quindi raccolgono meno luce: pertanto il rumore di scatto è più significativo. Questo è il motivo principale per cui le fotocamere full frame in generale hanno prestazioni migliori con bassa luminosità, perché hanno pixel più grandi. È anche la ragione per cui le fotocamere compatte non possono raggiungere il livello di prestazioni delle reflex digitali con poca luce. I piccoli sensori delle fotocamere compatte hanno pixel molto più ridotti di quelli delle macchine reflex digitali e non sono in grado di catturare altrettanti fotoni.

Rumore termico: causale dovuto a lunga esposizione: I pixel della fotocamera, generano casualmente ciò che viene chiamato “rumore termico” durante le esposizioni lunghe. Se scatti un’esposizione molto lunga in estate e in inverno con le stesse impostazioni, dovresti constatare che l’immagine estiva ha un rumore più alto. Dato che il rumore termico è casuale, c’è molto poco che tu possa fare per ridurlo.

Pixel caldi (hot pixel) e amp glow: nelle foto notturne con esposizioni lunghe, potresti notare dei pixel “caldi” distribuiti in tutta l’immagine; si tratta di pixel chiari che possono essere rossi, verdi, blu o anche bianchi, mentre dovrebbero essere scuri. Questo fenomeno è provocato da un comportamento erroneo dei pixel del sensore della tua fotocamera, che generano spontaneamente una carica durante le lunghe esposizioni. Le reflex digitali più vecchie presentano intere zone di pixel caldi negli angoli e lungo i bordi dell’immagine, che producono un leggero alone rosato di solito chiamato “amp glow”, fenomeno provocato dall’elettronica della fotocamera che amplifica i dati del tuo sensore emettendo radiazioni infrarosse, che vengono involontariamente rilevate dai pixel del sensore. Nelle reflex digitali più recenti le cause dell’amp glow sono state eliminate. La buona notizia è che, dato che pixel caldi e amp glow di solito si ripetono identici tra uno scatto all’altro, quindi possono essere eliminati.

Riduzione del rumore digitale
La maggior parte delle reflex digitali offre due diverse impostazioni di riduzione del rumore:

  • La riduzione del rumore da lunga esposizione:  Rimuove efficacemente i “pixel caldi” e altri difetti ripetibili dalle tue immagini e quindi è piuttosto utile.
  • La riduzione del rumore da alta sensibilità ISO:  E’ semplicemente un algoritmo di ammorbidimento che riduce la presenza di rumore casuale, ma diminuisce anche il dettaglio della immagine, quindi ha un’utilità minore.

Esaminiamo nel dettaglio questi tipi di riduzione del rumore:
La riduzione del rumore da lunga esposizione: questa funzione della fotocamera permette di eliminare il rumore fisso (hot pixel e amp glow), producendo un fotogramma completamente nero (chiamato dark frame), successivamente al nostro scatto per la stessa durata di esposizione. Attraverso il dark frame, la fotocamera registra i pixel caldi e li sottrae all’immagine. Il difetto di questa funzione è che ci fa perdere tempo (e carica delle batterie) quando siamo sul campo. Per un’esposizione di 1 minuto, la fotocamera rimane bloccata ancora per un altro minuto, per acquisire e sottrarre il dark frame. Se scattiamo una scia di stelle di 1 ora, la fotocamera resterà bloccata per un’altra ora per acquisire e sottrarre il dark frame. Quindi ti suggerisco:

  • all’inizio di disabilitare la “Riduzione del rumore da esposizione lunga”, in modo da poterti concentrare sulla composizione dei tuoi scatti, nonché sulle corrette impostazioni di messa a fuoco ed esposizione.
  • quando avrai composto l’immagine e sarai soddisfatto del risultato ottenuto sulla tua fotocamera, attiva questa impostazione e scatta di nuovo la stessa foto. In questo modo avrai una versione con meno pixel caldi.

La riduzione del rumore da alta sensibilità iso: la sottrazione del dark frame può risolvere solo disturbi da sorgenti di rumore ripetibili (non casuali), ma la maggior parte di disturbi nelle foto del cielo notturno è casuale, soprattutto nelle esposizioni di meno di un minuto di durata. In questo caso, l’altra possibilità che abbiamo è di attenuare artificialmente il rumore, anche se ciò sacrifica inevitabilmente allo stesso tempo il dettaglio dell’immagine. La funzione di smoothing della fotocamera fa un discreto lavoro di riduzione dei puntini colorati tipico delle immagini ad alti ISO, ma attenua anche altre stelle più fioche e altri piccoli dettagli dell’immagine.

Consigli per il file RAW:

  • La riduzione del rumore da lunga esposizione si consiglia di disattivarla e di produrre il dark frame eseguendo uno scatto con il tappo davanti all’obiettivo. Trattandosi di un raw avremmo al possibilità di sottrarre il dark in post con Photoshop.
  • La riduzione del rumore da alta sensibilità iso non può essere applicata ad il raw. Dunque la riduzione di questo tipo di rumore dovrà essere fatta in post con una RAW converter.

fotografare le stellefotografare le stelle

Affinché, però,  la postproduzione sia efficace ai fini della riduzione del rumore, occorre eseguire, una tecnica particolare definita stacking.

Lo stacking

Questo metodo , applicato anche in altri settori della fotografia, parte dal presupposto che il Rumore non è fisso, ma si muove. Ossia se effettuiamo più scatti della stessa immagine ad iso alti, ci rendiamo conto che il rumore si distribuisce in modo causale e diverso da scatto a scatto. Ci sono vari metodi e software utilizzati per lo stacking. Io personalmente faccio uso del  metodo  utilizzato da Marianna Santoni semplicità, il quale richiede l’utilizzo esclusivo di Photoshop. Procedura

  • Scattiamo più foto della stessa Immagine (9-10-15): scatto a raffica; non devono essere micro mosse; sono ammesse anche esposizioni diverse e sottoesposizioni
  • Le carichiamo su PS
  • Selezioniamo tutti i livelli e successivamente li allineiamo ( Modifica-Allineamento Automatico livelli)
  • poi Selezioniamo tutti i livelli e li convertiamo in oggetto avanzato ( Livelli – converti in oggetto avanzato)
  • Andate sul menu LIVELLI e sul sottomenu OGGETTI AVANZATI e poi METODO SERIE DI IMMAGINI quindi cliccate su INTERMEDIO

Naturalmente, in postproduzione, occorre lavorare separatamente su paesaggio stelle, perché le stelle si muovono. A tal scopo utilizzare le maschere

fotografare le stelle

Come fotografare le stelle step by step

Quindi, ricapitolando ecco come fotografare le stelle fisse e/o al via lattea

  • Posizionare il cavalletto in un terreno stabile
  • Posizionare la macchina sul cavalletto
  • Impostare la fotocamera in modalità manuale
  • impostare la macchina per lo scatto in raw, inserire il bilanciamento del bianco automatico, disattivare la riduzione del rumore per le lunghe esposizioni e infine disattivare lo stabilizzatore dell’obiettivo
  • bloccare eventualmente lo specchio
  • mettere a fuoco le stelle con uno dei 4 metodi già illustrati
  • utilizzare la lunghezza focale più ampia possibile
  • aprire il diaframma al massimo consentito dalla macchina. Se possibile non oltrepassare f/2.8
  • utilizzare il tempo di scatto ricavato dalla regola del 500 (500/lunghezza focale; considerare il fattore crop del sensore)
  • per determinare gli ISO corretti fare degli scatti di prova partendo da 800 iso a salire. Quando l’immagine risulta esposta correttamente, gli iso utilizzati sono quelli corretti
  • Componi l’immagine in modo da avere qualcosa un oggetto in primo piano
  • Scatta, ai fini dello stacking dai 9 ai 15 scatti
  • scatta anche una foto con l’obiettivo chiuso per il dark frame

E per ora e tutto….Buona luce e soprattutto buone stelle!

Effettuo tutto l’anno lezioni private sui seguenti argomenti:
Fotografia
Photoshop
Lightroom

Contattami per avere un preventivo scrivendomi a questi indirizzo:

info@robertomartino.it

 

5 comments
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  • Parlin2 Marzo 2016 - 10:18

    Son of a gun, this is so heplluf!ReplyCancel

  • Salvo27 Giugno 2017 - 16:54

    Tutto molto utile! Io vorrei capire come scattare il darkframe, stesso diaframma e tempi brevi? E poi in photoshop come si utilizza il darkframe?ReplyCancel

    • Roberto Martino12 Luglio 2017 - 13:52

      il darkframe si scatta con le stesse identiche impostazioni am con il tappo davanti. In post in cima ai livelli devi aggiungere la foto col darkframe e impostare come metodo di fusione. Sottrai. Poi aggiungi al livello dark una maschera dell’immagine invertita. A prestoReplyCancel

  • michelangelo11 Ottobre 2018 - 2:11

    molto bello e suggestivo questo articolo, mi ha coinvolto! io sono un fotografo food di professione(michelangeloconvertino.it)ma amo tutto il mondo della fotografia a 360 gradi!ReplyCancel

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